(12/3/2016)
– Un sabato da leone, quel 14 marzo del 1981, primo Gran Premio della stagione a
Long Beach: a sorpresa, Riccardo Patrese colse in qualifica una fantastica pole
position, la prima della sua lunga carriera, (https://www.youtube.com/watch?v=SE-FTcVFguU) sopravanzando
di pochi centesimi la Williams del campione del mondo in carica Alan Jones. A
quattro anni dal debutto in Formula 1, il padovano sembrava aver finalmente
trovato nella agile Arrows A3, caratterizzata dalla speciale livrea dello
sponsor Ragno, la monoposto giusta per valorizzare il suo talento. Il circuito
cittadino californiano, inoltre, era congeniale alla sua guida, essendosi
classificato secondo l’anno prima, ma allora fu solo un guizzo. Un italiano
davanti a tutti nell’anno, ricordiamolo, del primo mondiale di Piquet e della
beffa patita Reutemann su, rispettivamente, Brabham e Williams, fu davvero un
evento. Con quell’acuto, inoltre, Patrese “rispose” alla pole che nell’ultimo
Gp della stagione precedente a Watkins Glen fu invece siglata dall’avversario
tricolore di sempre, Bruno Giacomelli su Alfa Rome). Pronti-via, Riccardo scattò benissimo, conservando
la posizione nonostante l’assalto iniziale della Ferrari di Villeneuve che però
arrivò lungo. Per 25 giri, poi, tenne testa al duo Williams Reutemann – Jones fino
all’insorgere di un problema di alimentazione che lo costrinse ai box.
Ripartito, alcuni giri dopo dovette abbandonare definitivamente. Nel Gran
premio successivo, in Brasile, il terzo posto sembrò confermare che non si
trattava comunque di un fuoco di paglia, sensazione ulteriormente corroborata
dal secondo gradino del podio a Imola per il GP di S. Marino, ma la striscia
positiva per quella stagione si fermò lì. Non però l’attenzione verso il forte
pilota veneto che nel 1982 venne ingaggiato dalla Brabham campione del mondo.
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