(11/2/2016) – SU TWITTER/SCUDERIA FERRARI IL SOUND DELLA NUOVA POWER UNIT! https://twitter.com/scuderiaferrari?lang=it. Cresce l’attesa per la data di presentazione della nuova Ferrari F1 progetto 667 che dovrà contendere il
titolo all’armata Mercedes (fiat voluntas Marchionne…) e che si annuncia...più bianca! Il momento, in diretta
streaming, sarà la settimana prossima (18 febbraio, anniversario della nascita
del Drake?): la monoposto, dopo aver superato i crash test, ha emesso i primi
vagiti nel nuovo avveniristico Reparto Corse di Maranello. Il 21 febbraio sarà
la volta i primi chilometri in pista a Barcellona per il filming day, dal
giorno seguente via ai test collettivi e primo confronto con gli avversari.
Bocche cucite sulle soluzioni d’avanguardia by Allison & C. ma sembra proprio che al colore rosso della macchina tornerà
ad affiancarsi il bianco. Lo vedremo: le ultime SF15-T e F14T hanno piuttosto
aumentato il nero. Non è comunque una novità per le monoposto
del Cavallino per quanto negli ultimi anni quel poco
di bianco è servito solo per avere uno sfondo che conferisse più visibilità
ai loghi degli sponsors (Marlboro, Vodafone, Shell, Santander) sul cupolino
motore, sui deviatori e sulle ali anteriori e posteriori. Ma vediamo quali
Rosse, negli ultimi tempi, hanno maggiormente abbondato col bianco.
FERRARI F93A – E’ la
monoposto progettata da Barnard, post disastro 1992 (quella che costò
addirittura il posto a Ivan Capelli). Finalmente con le sospensioni anteriori e
posteriori a controllo elettronico e un super motore da 700 cavalli non consentì
però al duo Alesi e Berger (cavallo di ritorno) e al neo DS Jean Todt di
assicurare risultati di rilievo per la scarsa affidabilità. Un’ampia fascia
bianca mediana partiva dal cofano fino all’inizio del musetto, appena davanti
al cockpit. Fu l’anno della Williams di Prost, che poi lasciò le corse.
FERRARI T3 E FERRARI
T – In quegli anni le Ferrari presentavano larghi spazi bianchi. La T3 del 1978
(la prima del dopo Lauda) affidata a Reutemann e Villeneuve addirittura aveva
tutto il muso a punta bianco, oltre a parte del cofano motore e bande
laterali. Anche in quel caso, per la cronaca, niente da fare contro lo
strapotere Lotus ad effetto suolo. La Ferrari T del 1975 e la sua naturale
evoluzione, la T2 del 1976, avevano ugualmente molto bianco a disposizione,
particolarmente esaltato nella T dall’airscope alto dove spiccava anche il
tricolore. Una Ferrari rimasta nella memoria anche per questo bellissimo aspetto
cromatico.
FERRARI 158 – Qui siamo
all’apoteosi del bianco, ma solo per le due ultime gare del mondiale e per un
motivo davvero…extra. Questa Ferrari, che consentì nel 1964 a John Surtees di
vincere il mondiale battendo Graham Hill e diventare nel contempo il primo (e
tuttora unico) campione delle due ruote passato con successo alle quattro ruote,
si presentò nel rush finale di campionato (al Glen e in Messico) con i colori
bianco-blu del Team americano Nart (North American Racing Team) di Luigi Chinetti
che iscrisse le vetture. Fu il modo, clamoroso, con il quale Enzo Ferrari, che
aveva nel frattempo restituito la licenza di Costruttore, reagì contro la Federazione dell’Automobile
rea di aver negato la omologazione di una sua creatura per Le Mans.
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