(11/6/204) –
Nell’intervista di ieri a Radio 24, Flavio Briatore ha rotto un tabù, anzi di
più: ha profanato un tempio: Maranello. Cosa ha detto, interpellato sulla crisi
Ferrari, l’ex team manager di Benetton e Renault? “La Ferrari paga anche la location, Maranello non è sicuramente
il centro del mondo tecnologico, è l'Inghilterra. Io credo che la Ferrari è in un momento
molto, molto difficile, ci vuole una profonda ristrutturazione del team. Uomini
sbagliati? No, è un fatto di organizzazione, noi sappiamo esattamente chi sono i bravi, e
difficilmente i bravi vengono In Italia”. Aveva espresso lo stesso concetto un paio di settimane fa a
Montecarlo adducendo un esempio: “La Lotus non ha soldi e forse chiuderà ma in fatto
di aerodinamica e tecnologia c’è tutta”. Allora aveva visto
lungo e non era solo un capriccio nazionalistico quello di John Barnard che per
lavorare alla Ferrari pretese e ottenne di farlo dalla “antenna tecnologica” di
Guilford, in Inghilterra? Quello che dice Briatore ha un fondo di verità e
almeno una parte del “no” di Adrian Newey all’ennesima offerta del Cavallino –
missione fallita da parte del successore di Domenicali, Marco Mattiacci - è
legata al disagio di doversi trasferire nella quiete ai piedi dell’appennino
modenese…a molte ore dalla cosmopolita Londra. A proposito, la Gazzetta dello Sport
riporta che anche il motorista della Mercedes, Andy Cowell, avrebbe rifiutato
di trasferirsi a Maranello.
Montezemolo, oggi a Firenze, si è limitato a dire: “Non credo si
possano fare dei miracoli a breve termine però stiamo lavorando molto per il
futuro sapendo che quello che è stato fatto per quest'anno non è stato fatto
bene". E
allora? Mattiacci spiega l’andamento: “La
Ferrari ha iniziato un percorso particolare, basandosi su
alcune figure chiave: il Presidente Montezemolo, James Allison, Fernando Alonso,
Kimi Raikkonen e un gruppo formato da tecnici di grande talento. Nel team
occorre svolgere un’opera di ricostruzione e tutti devono essere messi in
condizione di poter lavorare nel miglior modo possibile”. Certo, è difficile accettare che una realtà come la Ferrari
– e l’eccellenza tante volte sbandierata? - debba ripartire da questo. Ma è
proprio così: “Un altro nostro grande obiettivo – continua infatti Mattiacci - è quello
di riuscire a velocizzare i tempi di reazione, come sembrano essere in grado di
fare i nostri concorrenti”. La
Ferrari , dunque, a rimorchio degli altri. Molto triste e
chissà che, a innestare una nuova marcia, non venga chiamato a pensarci proprio
Flavio Briatore…
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