(6/2/2014) – E Mark Webber dov’è?
Avevamo lasciato l’australiano della Red Bull ora uomo Porsche sul secondo gradino del podio ad
Interlagos, a novembre, ultima sua gara in Formula 1. Ebbene, mentre gli ex colleghi sono stati poi impegnati
a far visita in fabbrica a tecnici e meccanici per condividere la nascita delle
nuove monoposto turbo e a fine gennaio nei primi test di Jerez, ecco invece il
timing del buon Mark. Dicembre: in Portogallo prime prove sulla Porsche con la
quale affronterà il Mondiale Endurance e poi, Natale compreso, permanenza in
Inghilterra tra impegni stampa e doverosi saluti ai tanti amici della squadra di Milton Keynes. Capodanno in Scozia, con relativo
street party. Infine ritorno in Australia, dove è piena estate, a prendere un
po’ di tintarella, volare in elicottero e assistere con sommo piacere agli Open
di tennis a Melbourne. Ah, fa sapere anche di aver partecipato ad un quiz show
sportivo in onda sulla BBC e di aver
potuto anche rilassarsi un po’ per quanto riguarda il mantenimento della forma
fisica e il controllo del peso! Non c’è che dire: un altro paio di maniche
rispetto ai ritmi esasperati della massima formula! “Tornerò al peso ideale per l’inizio del campionato ad aprile. La
stagione del WEC è molto più breve, con solo otto gare, quindi non ho bisogno
di essere al top a febbraio”, quasi si scusa. Ma l’impegno sarà comunque probante:
alla Porsche si aspettano molto da lui, l’hanno preso per la sua grande
esperienza. Differenze con una F1? “La posizione di guida è diversa. –
spiega - Su una F1 si è più sdraiati mentre qui si è più eretti. In termini di
resistenza, penso che...
sarà impegnativo più mentalmente che fisicamente. I
livelli di concentrazione saranno fondamentali, soprattutto in fatto di
gestione del traffico e dei doppiaggi per un lungo periodo di tempo”. Nuove
sensazioni anche in fatto di guida: “Sono
rimasto piacevolmente sorpreso. E’ molto più pesante di una F1 e molto più
leggera in fatto di carico aerodinamico e mi sono goduto i giri effettuati.
Buono anche il feeling con le gomme Michelin. Tom Kristensen e Allen Mc Nish mi
avevano detto che le sports cars erano ancora molto piacevoli da guidare ma
finché non scendi in pista personalmente non scopri quanto è bello”.
Come
si sa, Webber ha già corso con le ruote coperte nel 1999. Anche lì, è arrivato l’effetto
F1: “Prima non avevamo nessun impianto
elettrico o ibrido a bordo. Ora è più simile a una F1, ma con un tetto. C’è
stato un enorme trasferimento di tecnologia su queste auto: ecco perché sono
così veloci ed è la categoria più vicina alla F1 in termini di tempi sul giro e
di ritmo”.
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